Les Enclaves o gli spazi residuali urbani
Durante il processo di trasformazione e occupazione del territorio, la città produce tanti più residui quanto più il suo tessuto è rado. I residui sono scarsi e piccoli nel cuore delle città, vasti e numerosi in periferia.
Le aree interstiziali e di margine, imbrigliate tra reti infrastrutturali, sono aree che in gran parte connotano le periferie urbane; create e immediatamente dimenticate dalla strada, sono territori abbandonati dal progetto e costituiscono il “negativo” della città costruita, sono spazi vuoti che inesorabilmente si trasformano in scarti urbani, annichiliti dal degrado, vere enclaves.
Luoghi statici e instabili, non costruiti, mutanti e al contempo vergini. Territori inesplorati, dove il progetto contemporaneo può e deve avere un nuovo ruolo per restituire qualità. Gli spazi residuali devono essere perciò osservati non come luoghi “morti” e inattivi, ma come potenziali risorse, all’interno dei processi della vita contemporanea, capaci di innescare nel territorio urbano nuove modificazioni: spaziali, ambientali,economiche, ma soprattutto sociali.
Il progetto urbano: la “ricucitura”
Ed è proprio con questo spirito che si delinea l’intervento promosso dall’amministrazione di Vado Ligure: è innegabile infatti che il luogo deputato ad accogliere il nuovo polo educativo rientri all’interno della dicitura di spazio residuale (o terrain vague, spazi in-between, waste land ecc.); delimitato ad est dal cavalcavia della superstrada e a nord dal confine comunale, il lotto si configura come un triangolo verde a diretto contatto con un piccolo quartiere residenziale scollegato dalla città. Vera e propria “enclave” urbana, il primo impulso progettuale consiste nel creare un passaggio alternativo alla viabilità carrabile che avvicini il polo educativo ed il quartiere limitrofo al porto, alla costa e al centro cittadino.
La Strada a Scorrimento Corso Svizzera che si sviluppa lungo la direzione nord est-sud ovest, parallela alla linea ferroviaria e alla via Aurelia, rappresenta una barriera fisica all’ attraversamento della città, che ricomincia sul lungomare.
Il nuovo plesso scolastico è visto anche come l’occasione per la città di ristabilire un contatto con il suo mare, e, date le dimensioni dell’area, può diventare il luogo di una significativa “ricucitura” del tessuto urbano. Per questo si propone, al di fuori dell’area di progetto, un percorso pedonale che partendo dalla via Aurelia, in prossimità della costa, supera la ferrovia tramite il sottopasso di via Galileo Ferraris, gira verso nord su via Tecnomasio e quindi piega verso est passando lungo il perimetro di due differenti aree di PRG destinate una a sviluppo residenziale e l’altra a sviluppo industriale fino ad attraversare il cavalcavia di Corso Svizzera e tagliare trasversalmente il lotto d’intervento ricongiungendosi al quartiere residenziale su via G.Ferraris.
Al centro dell’area di progetto, da est a ovest, viene tracciata una piazza “passante”: un luogo pubblico in continuità con l’asse del percorso pedonale proposto, attraverso il quale si accede a tutte le funzioni del polo educativo: le palestre, l’auditorium, la scuola di musica e la biblioteca. L’intenzione è quella di creare un luogo di incontro sociale, una nuova agorà en plein aire che viva sia di giorno durante gli orari scolastici che di sera in occasione di eventi culturali, sportivi ed educativi.
Al di sopra, come un ponte che attraversa la piazza, si imposta da nord a sud l’edificio che accoglie tutte le funzioni scolastiche (primaria e secondaria) e la ludoteca.
Attraverso la sovrapposizione di due elementi formalmente separati si creano due mondi paralleli: il primo è uno spazio pubblico, con funzione di piazza di attraversamento e di connessione, l’altro è uno spazio privato, protetto secondo le esigenze di sicurezza e identità della scuola primaria e secondaria ma in stretto rapporto fisico con il primo (ad esempio tutto il playground delle scuole ed i terrazzamenti verdi che le circondano si adagiano sui solai di copertura delle palestre, dell’auditorium e della scuola di musica.)
La ristrutturazione urbana passa perciò attraverso la trasformazione di un luogo strategico per la sua posizione, che ha le potenzialità di un autentico polo culturale per il territorio inter-comunale circostante.
La filosofia di progetto seguita prova a ri-considerare la centralità di luoghi considerati marginali dalle politiche economiche e di sviluppo della città dettate dalle regole del mercato, ribaltando una visione del mondo secondo la quale la cultura è considerata come un bene di lusso o un evento eccezionale o accessorio nella vita delle persone, e non invece avente funzione sociale ed aggregativa.