MANIFESTO DELLA CITTA’ DEL BUON ABITARE

Localization: Roma (RM)
Year: 2023
Project Team: Paolo Colarossi – Francesco Colarossi – Sharon Anna Somma –  STUDIO COFFICE

MANIFESTO DELLA  CITTÀ DEL BUON ABITARE

La maggioranza della popolazione italiana vive in città.

Per la maggioranza della popolazione italiana i paesaggi che ogni giorno ciascuno attraversa e vive muovendosi nella città per le esigenze e necessità della vita quotidiana, sono i paesaggi urbani; che poi sono i paesaggi dello spazio pubblico, perché sono gli spazi pubblici che permettono il muoversi nella città e il viverla.

Sono, questi paesaggi, i paesaggi della vita quotidiana che sono nominati nella Convenzione Europea del Paesaggio. Sono quei paesaggi con i quali noi tutti abitanti stabiliamo relazioni profonde e significative perché se ne ha consuetudine di frequentazione. Paesaggi che ogni giorno in modo consapevole o inconsapevole ci provocano sensazioni e percezioni che fanno parte della qualità dell’abitare.

Nella Città Recente, cioè in quelle parti di città costruite negli ultimi 60-70 anni, i paesaggi della vita quotidiana sono spesso desolati e desolanti perché sono carenti o assenti servizi e spazi pubblici di qualità adeguata e, di conseguenza, sono deboli le qualità dell’abitare.

A partire da carte di principi e indirizzi, riflessioni teoriche e sperimentazioni nazionali e internazionali (cioè a partire da quella che può essere definita una forte tendenza della cultura urbana e urbanistica europea e internazionale), ma anche seguendo alcune idee di senso comune, possono essere enunciati alcuni principi per la rigenerazione-riqualificazione del paesaggio della città recente, nei limiti entro i quali l’urbanistica può concretamente operare producendo effetti.

Sono principi che esprimono una visione di città e ai quali dovrebbero essere ispirate le azioni di interventi come base per costruire le condizioni fisiche e funzionali per una città del buon abitare. In particolare, azioni e interventi per la rigenerazione-riqualificazione dello spazio pubblico della città recente, cioè dei paesaggi della nostra vita quotidiana.

Sono sette principi che possono così essere intitolati:

  • 1) qualità del buon abitare,
  • 2) centralità (urbane e locali)
  • 3) piccole città nella città (quartieri 15 minuti)
  • 4) pedonalità v/s automobilità
  • 5) memorie di tutti,
  • 6) patto città campagna,
  • 7) partecipazione attiva

Ognuno di questi principi esprime una visione parziale di città e obbiettivi specifici, ma tutti insieme formano una visione complessiva di città: la città del buon abitare.

 

Qualità del buon abitare

Una visione di città nella quale abitare un paesaggio significa, nel senso più profondo della parola, sentirsi appartenenti ai luoghi di quel paesaggio, significa, cioè, stabilire relazioni positive con quei luoghi. Ma per potere avere relazioni positive con un paesaggio, quel paesaggio dovrebbe essere percepito dagli abitanti come un paesaggio che possiede qualità di accoglienza (sicurezza, buona qualità di aria e acque, spazi pubblici adeguati e accessibili a tutti), di urbanità (arredo urbano, servizi e attrezzature), di bellezza.

Bellezza che deve essere intesa non necessariamente del livello delle eccezionali o rilevanti opere di architettura e di arte, ma anche, e soprattutto, nel grado minimo capace di provocare sensazioni di bene-essere – ovvero sentirsi bene in un luogo grazie alla sua forma, alle attività che può accogliere e al suo valore sociale. Dunque la sensazione-percezione della bellezza nella città può essere prodotta dalle qualità di accoglienza e di urbanità, oltre che dalle forme dello spazio pubblico.

Una bellezza che può essere apprezzata solo attraverso lo stare in luoghi sicuri al riparo dal traffico veicolare e attraverso il muoversi lentamente a piedi. Ogni abitante ha diritto a vivere in città (nei paesaggi urbani della quotidianità) accoglienti e dotati di urbanità e bellezza.

 

Centralità (Urbane e Locali)

Una visione di città strutturata da Centralità ognuna formata da un sistema primario di servizi pubblici e privati e di spazi pubblici pedonali o a prevalenza pedonale (sistema strutturante per una parte di città). Centralità che possono essere definite Urbane o Locali a seconda del livello del sistema primario di spazi pubblici e servizi che le definisce.

Centralità che sono formate da un sistema di piazze, slarghi, giardini e parchi, servizi pubblici e privati, strade, strade commerciali, viali e percorsi pedonali e ciclabili, cioè di luoghi di incontro dello stare e del camminare (passeggiare), per l’uso dei servizi e delle attrezzature e del tempo libero per gli abitanti.

Le Centralità sono i sistemi di spazi e servizi dove si concentrano e sono più evidenti le qualità di accoglienza, di urbanità e di bellezza. E che sono perciò i luoghi più frequentati e amati dagli stessi abitanti. Centralità che formano un paesaggio urbano dove sono protagonisti gli spazi e le attrezzature pubbliche e dove gli alberi costruiscono e sostengono la trama dei percorsi e segnano ed evidenziano piazze e giardini e parchi, contribuiscono con la loro bellezza anche alla qualità ambientale (la “foresta urbana”: biodiversità, raffrescamento, ossigenazione, abbattimento polveri sottili, ecc.).

Centralità che servono un quartiere o più spesso più quartieri, e che nel loro insieme formano, pur in un sistema urbano unitario, una città policentrica, con uno o più centri di scala urbana (il Centro Città o i Centri Città, a seconda delle dimensioni di quella Città) e le Centralità Locali.

 

Piccole città nella città (città 15 minuti)

Una visione di città nella quale possano essere raggiunti dalle residenze i luoghi pubblici e le attrezzature pubbliche e private delle Centralità con percorsi ciclo-pedonali sicuri e agevoli di lunghezza orientativamente non superiore al km. (circa quindici minuti a piedi). Che è solo una indicazione da prendere anche come criterio di distribuzione e di localizzazione delle Centralità Urbane e Locali.

Secondo questa visione, dunque, quell’area urbana, formata da uno o più spesso da più quartieri «tradizionali» e servita da una Centralità Urbana o Locale che la caratterizza, determina un ambito che può essere definito come una Piccola città nella città.

Ognuna delle Piccole città nella città va attrezzata con una Rete verde Locale di percorsi e microgiardini (piccole aree verdi attrezzate) che colleghino le residenze con il sistema degli spazi pubblici e dei servizi di una Centralità Locale o Urbana. Tutte le Centralità sono da collegare tra loro con una Rete verde Urbana, che forma la struttura primaria di percorsi e parchi della città. Quando le aree servite da Centralità sono in parte sovrapposte, agli abitanti delle aree di sovrapposizione vengono offerte più opzioni di spazi e servizi.

 

Pedonalità v/s Automobilità

Una visione di città nella quale le mobilità pedonale e ciclabile vanno incrementate e protette, con una necessaria ristrutturazione e riorganizzazione della mobilità e della sosta auto (strade 30, parcheggi, isole ambientali, ZTL, ecc.), formando come detto una Rete Verde Urbana di percorsi di scala urbana (con prevalenza della pedonalità sull’automobilità) che collegano tra loro le Centralità; e all’interno delle aree urbane (Piccola Città nella Città) che gravitano su una Centralità, una Rete Verde Locale che collega le aree residenziali con il sistema primario di spazi pubblici e servizi che appartengono a quella stessa Centralità.

 

Le Memorie di Tutti

Una visione di città nella quale le tracce della storia urbana, anche le più minute, sono valorizzate, curate, custodite. Una città dove il centro storico è percepito e usato dagli abitanti come il cuore della città, anche perché ricco di bellezza, di funzioni e attrazioni. E dunque, una città dove sono importanti i collegamenti pedonali e ciclabili delle Centralità con il centro storico, in quanto Centro delle Centralità. Una visione di città dove il senso del valore delle memorie della storia urbana viene trasmesso e proposto ai giovani. E una città dove si vogliono creare nuovi luoghi dotati di bellezza che diventino memorie per le generazioni del futuro.

 

Patto Città Campagna

Una visione di città nella quale la campagna periurbana sia un luogo frequentato e amato dai cittadini, perché vi trovano e possono fruire di tutte le qualità della campagna a portata di una passeggiata, ma anche di luoghi dove sostare, acquistare prodotti, ristorarsi. Dove il margine urbano si affaccia alla campagna con parchi e viali che possono essere parte importante e necessaria delle Centralità. Dove,dunque, anche i margini urbani possono far parte del sistema di una Centralità. Dove le coltivazioni che costruiscono la bellezza del paesaggio della campagna periurbana sono incentivate e incrementate.

Dove i cittadini possano ritrovare memorie dei tempi passati della vita nelle campagne (anche questa è la memoria di tutti), e momenti di benessere godendo del paesaggio della campagna.

 

Partecipazione Attiva

Una visione di città nella quale gli abitanti (e soprattutto i giovani), gli imprenditori, i tecnici possono trovare spazi e procedure per far sentire la loro voce e partecipare attivamente alla cura della città e alle scelte delle trasformazioni del paesaggio urbano. Paesaggi che sentiamo nostri ancora più quando abbiamo cura di essi, quando partecipiamo attivamente alla loro costruzione e manutenzione.

Una città dove il processo di partecipazione dei cittadini sia continuo e costante e dove l’Amministrazione predispone luoghi e attrezzature (le “Officine di quartiere”, una delle attrezzature di una Centralità) per incontrare i cittadini e dove i cittadini possono incontrarsi tra loro e discutere con l’Amministrazione Comunale sulle questioni dei loro quartieri. Sono, questi paesaggi, i paesaggi della vita quotidiana che sono nominati nella Convenzione Europea del Paesaggio. Sono quei paesaggi con i quali noi tutti abitanti stabiliamo relazioni profonde e significative perché se ne ha consuetudine di frequentazione. Paesaggi che ogni giorno in modo consapevole o inconsapevole ci provocano sensazioni e percezioni che fanno parte della qualità dell’abitare.

Nella Città Recente, cioè in quelle parti di città costruite negli ultimi 60-70 anni, i paesaggi della vita quotidiana sono spesso desolati e desolanti perché sono carenti o assenti servizi e spazi pubblici di qualità adeguata e, di conseguenza, sono deboli le qualità dell’abitare.